preso anche l’attivista navalni

Russia, 1.600 fermi a cortei contro Putin. Anche 5 giornalisti

Mosca, la polizia ferma decine di manifestanti anti Putin (Afp)

2' di lettura

Sabato caldo per lo Zar. Dal momento che in piazza c’è chi dice: «Per noi non è lo Zar». Questo lo slogan delle manifestazioni indette contro il presidente Vladimir Putinin corso in queste ore in molte città della Russia. Alcune di queste proteste non erano autorizzate, tanto che hanno portato a scontri e interventi da parte delle autorità di polizia. Secondo la ong Ovd-Info le persone fermate sono almeno 1.607 in 23 città: sarebbe così quasi eguagliato il numero di fermi della
manifestazione anticorruzione del 26 marzo 2017, la più imponente dopo le proteste di piazza Bolotnaia del 2011-2012.

Nel marzo dello scorso anno furono fermate tra 1.660 e 1.800. A Mosca oggi sono state fermate 704 persone e a San Pietroburgo 229. Tra i primi a rimetterci, l’attivista politico e blogger Alexiei Navalni, organizzatore della manifestazione fermato a Mosca dalla polizia, mentre sfilava in viale Tverskaia. Ci sono anche 5 giornalisti: a Mosca sono stati fermati Oksana Gandziuk, della tv d'opposizione Dozhd, e Ilia Gorshkov e Aleksandr Antiufeev, di Daily Storm. I tre avevano al collo la 'Press card'. La radio Eco di Mosca riferisce del fermo del fotoreporter di Novaia Gazeta Mikhail Grebenshikov. Radio Liberty inoltre fa sapere che anche una sua collaboratrice è stata fermata

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Russia, scontri tra polizia e manifestanti anti Putin

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Sempre a Mosca, un gruppo di nazionalisti pro Cremlino del movimento Nod (Movimento di liberazione popolare) si è schierato in piazza Pushkin, a Mosca, in mezzo ai manifestanti anti Putin. I due gruppi si sono sfidati a colpi di slogan. «Putin. Patria. Libertà», urlano i nazionalisti. «Russia senza Putin», scandiscono in coro i dissidenti, molto piu numerosi.

Le proteste sono state organizzate in vista dell’insediamento al Cremlino di Putin per il suo quarto mandato presidenziale, ufficialmente previsto lunedì, a meno di due mesi dal trionfo elettorale del leader russo alle presidenziali. I precedenti d’altra parte sono eloquenti: nel 2012, in occasione di un precedente insediamento di Putin, diverse migliaia di persone protestarono a Mosca contro il suo ritorno al Cremlino. La reazione fu durissima: più di 30 manifestanti furono condannati per violenza e istigazione alla violenza nei confronti delle forze di sicurezza. Una vicenda divenuta celebre come rivolta di piazza Bolotnaya.

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